venerdì 12 ottobre 2007

Talent recruiting e università.

A testimonianza di quanto in questo periodo il tema dei talenti e degli sforzi che le aziende compiono per assicurarsi i migliori prima ancora che escano dalle università e si affaccino al mondo universitario in modo da costruire già durante il periodo degli studi una relazione privilegiata vi segnalo un interessante articolo di Luca Davi su Il Sole 24 Ore del 10 ottobre 2007 dal titolo "Ricerca dei talenti: il tirocinio comincia già dall'università. Stringono accordi con le università. Organizzano seminari e incontri. Attirano i giovani con promesse d'assunzione mantenute, ovviamente. In una parola, fanno marketing. Le aziende italiane cercano strade alternative per rafforzare l'employment brand, ovvero l'appeal che trasforma un semplice marchio nell'"azienda dei sogni" e che spinge i giovani neolaureati a candidarsi in un'impresa piuttosto che in un'altra. Per questa ragione sempre più spesso gli uffici recruiting chiedono alle università di anticipare i tempi degli stage formativi ai primi anni degli studi universitari. «Quando un giovane entra in azienda dopo la laurea, impiega almeno sei mesi per ambientarsi e capire se quella realtà è adatta a lui – spiega Giovanna Taiana, responsabile selezione del personale di Abb Italia –. Anziché dargli questa possibilità al termine degli studi ha più senso consentirgli di entrare in contatto con le dinamiche aziendali prima, già nei primi anni di studio, con stage orientativi ad hoc». Grazie agli accordi che sta formalizzando con diverse università italiane, dal Politecnico di Milano a quello di Torino fino alla Scuola normale di Pisa, Abb Italia vuole assistere i ragazzi nella fase della formazione e fare da "tutor" per gli studenti più meritevoli, con consigli non sbagliare il percorso. «L'obiettivo è indirizzare i giovani in gamba verso i corsi di specializzazione adatti a loro, cosicché l'ingresso ufficiale in azienda sia immediato. Con un risparmio di tempo e di energie per entrambi», conclude Taiana. Accusate di essere sempre troppo lontane tra loro, di non fare sinergia, di non conoscersi davvero a fondo, le imprese e le università dunque provano a reagire. E spingono anche sul piede dell'internazionalizzazione. «Stiamo formalizzando la possibilità di fare stage con gli uffici di placement dell'università di Parigi e Nantes, ma anche con atenei della Svezia e della Finlandia», dice Floriana Riberzani, responsabile della selezione del personale di Barilla. Una politica seguita anche da Enel. «Abbiamo stretto partnership con diversi atenei dell'Est Europa – spiega Maurizio Di Fonso, responsabile Enel university – e continueremo a farlo: abbiamo lanciato una campagna internazionale per reclutare giovani da tutta Europa per far crescere i giovani neolaureati». Non basta: Eni ha incontrato la Technical University di Kosice; l'Indesit la Tongji di Shangai; l'Italtel la Turku finlandese. Una necessità imposta dalla globalizzazione della conoscenza, che travalica i confini nazionali e che deve spingere le aziende italiane a cercare le migliori menti anche all'estero, se è lì che si formano. Ma che nasce anche dalla consapevolezza che le risorse umane formatesi negli atenei italiani spesso si disperdono e solo per caso incrociano autentiche opportunità. La voglia di offrire alle menti del futuro occasioni fuori i confini nazionali peraltro è carattere tipico delle università straniere. Che, forse a sorpresa, intendono mandare a "bottega" proprio in Italia i giovani studenti per vederli formare nelle nostre aziende. Dalla Tongji University di Shanghai all'Ecole Centrale di Pechino, dalla Brookes University di Oxford, dalla Technology Economics di Budapest alla Technical University di Kosice alla Western Ontario canadese, sono infatti molti gli atenei esteri che stanno prendendo contatti con gli uffici del personale dei marchi italiani per favorire occasioni di scambio e studio. Un'urgenza, quella dell'incontro tra università e imprese, che è stata intercettata dal Politecnico di Milano e dalla società di consulenza Emblema: insieme, le due realtà hanno lanciato Bip, acronimo della Borsa internazionale del placement, la cui prima edizione si è tenuta quest'anno a Cernobbio lo scorso settembre. L'evento ha visto sedere allo stesso tavolo i responsabili del placement di 59 atenei di tutto il mondo con i manager delle risorse umane di 89 aziende. L'obiettivo? Semplice quanto innovativo: far incrociare le offerte di placement delle università e la domanda di recruiting delle aziende per creare un network di portata mondiale."

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