Che il tema dei talenti sia di straordinaria attualità è indubbiamente vero. Basti pensare all'attenzione che non solo le aziende ma anche la stampa dedica a questo tema con sempre maggiore frequenza.
Che espressioni come "talento" o "guerra dei talenti" siano divenute di moda e ormai largamente abusate sia in ambito aziendale che mediatico tanto da rischiare di diventare semplici slogan privi di risvolti e applicazioni concrete è altrettanto vero.
Ma è anche vero che il tema, per l'importanza che riveste nelle organizzazioni e per l'impatto che può avere sul business aziendale, non può essere trascurato o sottostimato, perchè all'origine di ogni grande successo aziendale c'è sempre una storia legata al fattore umano.
Prendiamo il caso emblematico dell'iPod. In soli quattro anni la strategia di prodotto e di business legata al celebre apparecchio ha permesso alla Apple di aumentare le proprie quote di mercato raggiungendo l'80 per cento in un segmento ad alto profitto. L'azienda è così passata da un fatturato di 6 miliardi di dollari nel 2002 agli oltre 21 miliardi di dollari del 2006 con un incremento del 250 per cento (tant'è che molti analisti prevedono il sorpasso su Microsoft nel 2010 se l'azienda di Cuppertino dovesse mantenere nei prossimi anni questi livelli di crescita).
Quello di Apple rappresenta uno dei casi da manuale del valore e dell'efficacia che i collaboratori di talento possono portare ad un'azienda. Ed è al tempo stesso anche la dimostrazione dell'abilità dimostrata da un'organizzazione nel credere nel valore del talento.
Da questo punto di vista, nonostante si possa pensare che dietro allo sviluppo dell'iPod vi sia stato un team di persone impegnate a trovare assieme la nuova idea di business e a pianificare come e con quale prodotto costruire una strategia di successo, pochi sanno che la mente dietro tutto ciò è soltanto una: si chiama Tony Fadell ed è il papà dell'iPod.
Alla fine degli anni '90 Fadell iniziò a lavorare su una strategia di business che avrebbe rivoluzionato la musica digitale combinando insieme harware e software in un'unica piattaforma. La cosa più sorprendente è che la Apple non è stata la prima azienda alla quale Fadell si è rivolto per realizzare la propria idea. Ma è stata l'unica a non sbattergli la porta in faccia, garantendogli tutto il supporto possibile oltre al personale appoggio del CEO Steve jobs che per primo ha creduto nello straordinario talento creativo di Fadell.
Il caso della Apple è estremamente significativo di quello che i collaboratori di talento possono fare per un'azienda. Perchè è vero che non c'è innovazione se non si investe nel capitale umano vera risorsa strategica delle imprese nella nuova economia globalizzata. Nel caso specifico poi, Fadell ha anche dimostrato straordinarie doti di leadership motivando e guidando una squadra di 30 persone assegnate allo sviluppo del suo progetto completato nell'aco di soli sei mesi.
Ma quello della Apple non è il solo caso di come la competitività delle aziende si giochi ormai sul campo delle idee e nella capacità di differenziarsi in modo positivo rispetto ai competitor.
Altri esempi possono essere citati.
Come quello di Omid Kordestani, che ha aiutato Google, fino a quel momento un motore di ricerca straordinariamente efficace ma senza un significativo modello di business, a diventare quell'incredibile forza della pubblicità online che tutti conosciamo.
O anche quello di Dennis Carter, il celebre direttore marketing che ha inventato il programma Intel inside, dando all'azienda un vantaggio competitivo enorme rispetto ai conocorrenti a prescindere dalla velocità dei processori, catapultando il brand aziendale nell'olimpo dei nomi più conosciuti dell'informatica mondiale.
Per concludere, come non citare il mitico Steve Ballmer, vera mente propulsiva dello sviluppo commerciale di Microsoft, che ha ritenuto sempre prioritario il tema delle risorse umane, della motivazione e del fare squadra come elementi indispensabili per guidare un'azienda verso il successo.
Ma tutti i casi citati dimostrano che bisogna usicre dagli schemi stereotipati nei quali le organizzazioni troppo spesso si rifugiano, premiando il valore, la creatività, la voglia di fare unitamente alla capacità di motivare e fare gruppo. In poche parole premiando i talenti e costruendo un ambiente di lavoro nel quale l'iniziativa personale e la creatività siano incentivate e premiate.
Piccola nota di colore per chiudere. Guardate il filmato che segue. Secondo voi il CEO di Microsoft somiglia al vostro Amministratore Delegato?
mercoledì 10 ottobre 2007
Il valore del talento.
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