L’aumento della qualità dell’occupazione è la sfida alla quale saranno chiamate le aziende nel prossimo futuro per garantire il raggiungimento degli obiettivi aziendali in termini di sviluppo, crescita e competitività in un mercato, non solo quello delle merci e dei servizi ma anche delle risorse umane, sempre più globalizzato e interconnesso.
Da questo punto di vista il riconoscimento della realtà aziendale come employer di riferimento diventa di fondamentale importanza per vincere quella sfida dei talenti che sempre di più caratterizza e caratterizzerà il mercato del lavoro della moderna economia basata sulla conoscenza.
In un contesto come quello attuale caratterizzato da un lato dalla necessità assoluta di continuare ad innovare per eccellere in un mercato che non conosce confini e diventa, proprio per questo, sempre più competitivo, e dalla rapida obsolescenza delle conoscenze dall’altro, il vero differenziale di successo è rappresentato dalla conoscenza e dai soggetti che la generano: i collaboratori dell’azienda.
Ma quali sono i fattori, gli elementi e le politiche aziendali che sono in grado di far eccellere un'azienda rispetto alle alte nelle ambizioni dei talenti. Ovvero, quali sono i fattori motivanti per studenti, neolaureati e professional? E, sopratutto, le politiche sulle quali puntano le aziende per attrarre e trattenere i talenti vengono incontro a queste esigenze?
Secondo una recente indagine di Gidp, associazione direttori risorse umane, il 38,9 per cento delle aziende punta sulla formazione, il 28,5 per cento sulle possibilità di carriera e il 23 per cento sull’opportunità di lavorare in contesti internazionali.
Il 16 per cento dei responsabili del personale punta invece sulla forza del brand e della reputazione aziendale e il 10,8 per cento sulla sicurezza del posto di lavoro. All’ultimo posto lo stipendio perchè, sempre secondo quanto riportato dall'indagine Gidp, solo l’1,1 per cento dei responsabili delle risorse umane sono stati autorizzati dal top management aziendale a puntare sul pacchetto retributivo che invece rappresenta per chi è alla ricerca di lavoro o di nuove opportunità professionali il secondo elemento di maggiore attrazione nella scelta dell'azienda nella quale lavorare dopo la formazione e la possibilità di crescita professionale che mette d’accordo il 76,8 per cento degli intervistati.
Infatti, secondo quanto emerge dalle 4.956 interviste effettuate a studenti, neolaureati e professional in occasione delle rilevazioni per l’edizione 2007 della Best 100, le aziende preferite dagli italiani, una buona retribuzione e un solido pacchetto di benefit attirano il 61,5 per cento degli intervistati, prima del clima aziendale che con il 49,5 per cento si conferma come terzo elemento di maggior interesse nella valutazione di un’azienda come di un buon posto nel quale lavorare.
L’opportunità di lavorare in contesti internazionali che, come abbiamo visto, risulta essere uno tra gli elemento di maggiore attualità sul quale insistono le politiche di attraction degli uomini delle risorse umane, è al quarto posto nella scala delle preferenze con il 31,5 per cento, seguito dal valore del brand e della reputazione aziendale al quale attribuiscono importanza il 24,6 per cento degli intervistati.
All’ultimo posto nella graduatoria di studenti, neolaureati e professional la ricerca della sicurezza del posto di lavoro, 20,4 per cento, forse perché esiste ormai la consapevolezza delle profonde trasformazioni in atto nel mondo del lavoro che sempre più chiede flessibilità, circostanza che in un certo modo viene confermata anche dai contratti che, sempre secondo l’indagine della Gidp, i responsabili del personale offrono ai pur ambiti talenti.
Infatti, per il 37,5 per cento dei casi vengono offerti stage o tirocini, per il 21,3 per cento contratti a tempo determinato e per il 12,2 per cento contratti di inserimento. Il contratto a tempo indeterminato ricorre sempre meno spesso, utilizzato solo dal 9,7 per cento dei responsabili hr intervistati e in netto calo rispetto al 16 per cento registrato nell’analoga indagine dello scorso anno, al 20 per cento del 2005 e al 32 per cento del 2004.
Gli elementi usati dalle aziende per attirare i talenti:
1. Formazione e crescita professionale: 38,9%;
2. Possibilità di carriera: 28,5%;
3. Possibilità di lavorare in contesti internazionali: 23,0%;
4. Brand e reputazione aziendale: 16,0%;
5. Sicurezza del posto di lavoro: 10,8%;
6. Stipendio e benefit: 1,1%.
Gli elementi valutati con maggiore interesse da diplomati e laureati:
1. Formazione e crescita professionale;
2. Stipendio e benefit: 61,3%;
3. Clima aziendale: 49,5%;
4. Opportunità di lavorare in contesti internazionali: 31,7%;
5. Brand e reputazione aziendale: 24,6%;
6. Sicurezza del posto di lavoro: 20,4%.
lunedì 8 ottobre 2007
Employer branding: passa da formazione e carriera la sfida delle aziende per assicurarsi i migliori.
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