lunedì 5 novembre 2007

La cura Marchionne funziona anche sull'employer branding del gruppo Fiat.

Solo nel 2004 nessuno avrebbe scommesso un euro sul rilancio del gruppo di Torino che una serie di scelte manageriali errate avevano portato sull’orlo del baratro. Oggi ad appena 3 anni di distanza la Fiat è in grande forma: cresce il fatturato, crescono le quote di mercato, così come i profitti, cala l’indebitamento e il titolo viaggia da mesi sopra i 20 euro

Ora se è vero che la parte rilevante di questi risultati economici è da attribuirsi più che all’auto, che nonostante la crescita delle quote in Italia e Europa ha un margine operativo dell’1,2 per cento, alla controllata CNH leader nel settore delle macchine agricole e del movimento terra e all'Iveco che registrano utili impressionanti con un margine operativo rispettivamente del 7 e del 6 per cento, è innegabile che la cura Marchionne abbia rappresentato per la Fiat la vera svolta come testimoniato dal risalto dato dalla stampa a questo periodo straordinariamente positivo.


Un aspetto poco analizzato in questo contesto e tuttavia molto interessante per il tema che qui si tratta è l’identico successo della Fiat targata Marchionne dal punto di vista dell’employer value proposition aziendale. Uno degli elementi che più colpisce nella nuova gestione e che meno è stato analizzato dalla stampa è il fatto che in soli tre anni Marchionne non solo sia riuscito a risanare l’azienda e a dargli un piano industriale credibile, ma sia anche riuscito a trasformare la Fiat in un employer of choice, riportando l’azienda in cima alle ambizioni lavorative di diplomati e laureati italiani.

Solo nel 2004 l'azienda di Torino era al 14° posto nella classifica delle aziende maggiormente ambite nelle quali lavorare in Italia. Nel 2007 la Fiat si è invece posizionata al 3° posto della classifica Best100 sulle aziende preferite dagli italiani.

Ora se è indubbio che nel miglioramento dell’appetibilità dell’azienda come employer di riferimento abbia contato il suo risanamento industriale, parte rilevante in questo percorso va però anche attribuita alla politica dei talenti portata avanti da Sergio Marchionne sin dal suo arrivo in azienda unitamente ad una rinnovata attenzione alla dignità e valorizzazione delle risorse umane presenti in azienda.

Quelli che sono stati definiti dai media i “Marchionne Boys”, sono manager quasi tutti tra i 40 e i 50 anni, che sono stati rimotivati e ai quali sono stati affidati i posti chiave. Il più grande successo di Marchionne sta proprio nel fatto che le persone che hanno portato al successo la Fiat in questi anni sono le stesse persone che già vi lavoravano da tempo, in posizioni però che non gli consentivano di esprimere il loro potenziale di talenti, che venivano evidentemente impegnate male e su progetti non strategici.

“Ho promosso ragazzi che erano qui da anni, ma che venivano soffocati dai loro capi” ha detto Marchionne in un’intervista rilasciata qualche settimana fa al quotidiano La Repubblica concludendo di essere “per il riconoscimento della capacità delle persone”. Tant'è che poi quando decide di ridurre il personale lo fa “simbolicamente da sinistra” come afferma Marco Ferrante su Il Foglio del 31 ottobre 2007 “liquidando alcune centinaia di manager intermedi. E’ come se un serio processo di riforma liberale delle corporazioni cominciasse dai notai e non dai tassisti”.

Una mossa che fa guadagnare a Marchionne benevolenza sociale nella fase di avvio del programma di risanamento perché si ribaltano gli schemi: ad andare via sono i manager burocratizzati e meno produttivi. Un messaggio inequivocabile diretto a tutta la forza lavoro e in particolare agli operai.

Non a caso è lo stesso Marchionne che afferma in una intervista a La Repubblica “quando sono arrivato alla Fiat sono rimasto allibito delle condizioni dei dipendenti e mi sono posto l’impegno di umanizzare l’ambiente di lavoro. Si cominciano a vedere i risultati del nostro impegno con l’asilo, ma anche con la nuova mensa, le docce e gli spogliatoi e abbiamo intenzione di aprire un supermarket sempre a Mirafiori. A noi stanno molto a cuore le condizioni dei lavoratori».

E’ in questo modo che si è potuta restituire la dignità del lavoro agli operai degli stabilimenti che erano stati quasi completamente abbandonati, ricreando una cultura della produzione che la Fiat aveva perduto. “Ho grande rispetto per gli operai e ho sempre pensato che le tute blu quasi sempre scontino senza averne responsabilità le conseguenze degli errori dei colletti bianchi” è sempre il pensiero di Marchionne. Ed è proprio questo pensiero che lo a portato a decidere di anticipare in busta paga dal mese di ottobre 30 euro a tutti i dipendenti Fiat in attesa della conclusione delle trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici con una mossa a sorpresa che ha stupito tutti, sindacati in primis, e che punta anche a stabilire nuovi percorsi nelle relazioni sindacali.

Non a caso Confindutria ha applaudito mentre i sindacati, che pure hanno riconosciuto il diverso approccio di Marchionne verso i lavoratori, hanno manifestato contrarietà confermando per tutta risposta le agitazioni previste per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici che non sembrano tuttavia aver registrato grandi consensi tra gli operai degli stabilimenti impegnati in una protesta pure corretta dal punto di vista umano e sociale: la necessità di avere stipendi adeguati ad un mantenimento delle famiglie in modo dignitoso.

Guardando il tema senza preconcetti non può sfuggire il senso di un’iniziativa, quella dei 30 euro, che mira a premiare chi ha partecipato al successo dell’impresa, un riconoscimento meritocratico diffuso che premia il senso di appartenenza.

Le sfide per il 2008 per il gruppo guidato da Marchionne sono altrettanto importanti. Rimane da mettere mano al rilancio dell’Alfa Romeo e per certi versi anche della Lancia, consolidare le buone perfomrmance di Fiat pur senza nuovi modelli da lanciare in un mercato europeo che si spera archivi le debolezze del 2007 e nel quale l'impegno maggiore sarà il rilancio della rete delle concessionarie, senza contare le incognite rappresentate dalla possibilità di ripetere per l'auto i buoni successi ottenuti in Brasile nell'anno in corso anche per il 2008 e gli impatti che il probabile rallentamento del mercato delle costruzioni negli Usa come conseguenza dei mututi subprime che potrebbe avere sulla gallina dalle uova d’oro del gruppo, la Cnh.

Vedremo dal punto di vista del business come la squadra guidata da Sergio Marchionne saprà gestire questa fase di consolidamento.

Dal punto di vista delle risorse umane e delle relazioni industriali ci auguriamo che Marchionne prosegua sulla strada intrapresa e che come successo nel caso dell’anticipo contrattuale ci siano altre aziende e altri imprenditori a seguirlo guardando con un’ottica nuova e più attenta al vero elemento distintivo e determinante per il successo delle aziende oggi: le persone che ci lavorano.

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