Abbiamo visto nel post precedente come studenti e neolaureati usino ormai abitualmente il web per cercare il primo impiego e informarsi sulle possibilità di carriera nelle aziende, e come i professional, giovani e meno giovani, usino internet per gettare un occhio discreto alla ricerca di nuove opportunità professionali.
Le percentuali di utilizzo sono di tutto rispetto e quasi doppie rispetto all'abitudine di consultare i vecchi annunci di RPQ sulla stampa quotidiana L'80 per cento dichiara di utilizzare i principali siti di eRecruiting, il 29 per cento per facilitare l’attività della ricerca preferisce usare i metamotori di ricerca di lavoro – quei siti specializzati che raccolgono e indicizzano tutte le offerte di lavoro presenti sulla rete internet – e il 10,1 per cento frequenta siti di social networking. Basta questo per vedere come la rete abbia radicalmente cambiato le abitudini di vita delle persone e di come sia diventata in breve lo strumento di comunicazione indispensabile con il quale le direzioni risorse umane delle aziende debbono confrontarsi per "comunicare" la propria employer value proposition aziendale.
La conoscenza dei meccanismi d'uso della rete e dei siti maggiormente consultati diventa quindi un elemento fondamentale nelle attività di pianificazione della comunicazione dell'employer brand aziendale. Per poter sapere dove pianificare ho bisogno di sapere dove trovare il mio target di riferimento, che in questo caso non è il consumatore finale ma il potenziale collaboratore della mia azienda, ne più ne meno come avviene nella pianificazione delle campagne pubblicitarie di prodotto o di corporate brand. Proprio per questo si tende a definire "recruitment marketing" questa attività.
Per far comprendere come questo tema sia delicato e vada affrontato con attenzione e preparazione basta osservare ad esempio, parlando di siti di social networking, che questi sono più utilizzati dai laureati in ingegneria ed informatica che con il 15,2 per cento si confermano come i più “smanettoni”, mentre all’ultimo posto nell’utilizzo degli strumenti partecipativi del Web 2.0 ci sono i laureati in chimica, fisica e biologia, con il 3,3 per cento (fonte: "Best100, le aziende preferite dagli italiani" VI ed., 2007, clicca qui per info).
L'utilizzo sempre più massiccio dei siti di eRecruiting, dei siti di social networking e anche il fenomeno dei blog, sono tutti segnali che vanno interpretati come l'affacciarsi all’orizzonte di una nuova tipologia di navigatori, che una recente ricerca di Forrester descrive come giovani, studenti (28 per cento) e di scolarità elevata (47 per cento), assidui utilizzatori di Internet con una grande elasticità mentale, più aperti alle novità e maggiormente adusi all’utilizzo delle tecnologie.
Persone che fanno del proprio utilizzo di Internet non un momento di assimilazione passiva di informazione ma piuttosto una esperienza di utilizzo della rete partecipativa e attiva, mediante la quale intessere relazioni sociali, costruirsi il proprio network di relazioni e di conoscenze, esprimere le proprie esperienze e le proprie opinioni, anche per quanto attiene in modo più specifico la reputazione dell’azienda come employer.
Le conseguenze, per quanto riguarda la comunicazione aziendale e le modalità con le quali gli uomini delle risorse umane cercano di intercettare i talenti e di costruire la propria immagine di employer di riferimento sono evidenti così come evidente è la necessità da parte delle aziende di non trascurare nelle proprie politiche di employer branding quelle persone che sempre di più utilizzano il proprio spazio virtuale per raccontare in presa diretta le loro storie, anche di vita aziendale, con un impatto facilmente immaginabile sull’immagine delle imprese come employer of choice.
Da questo punto di vista un commento negativo su un'azienda, non solo su un prodotto o servizio, ma anche su una esperienza di lavoro, può avere l'effetto di una valanga inarrestabile con danni di immagine estremamente significativi e difficilmente recuperabili.
All'Ocse, calcolano che il 35 per cento delle persone connesse in larga banda abbia pubblicato qualcosa sul web, il 25 per cento di coloro che hanno meno di 30 anni ha un suo blog, la metà dei teenager fa parte di un network sociale in rete.
E' in buona sostanza la nuova frontiera del Web 2.0 con la quale le direzioni risorse umane delle aziende saranno chiamate sempre di più a confrontarsi per non perdere la sfida di accaparrarsi i migliori talenti che sempre di più tendono a coinvolgere quella fascia di età della popolazione che va dai 18 ai 24 anni e che sempre di più sarà difficile per le aziende intercettare, per campagne di marketing, di prodotto o anche - per quello che in questo contesto più ci interessa - di recruiting anche se al momento tra i siti maggiormente utilizzati o meglio apprezzati per qualità e servizi rimangono gli operatori di eRecruiting a cominciare da Monster che con il 57,7 per cento degli utilizzatori si conferma come sito di riferimento per il settore in Italia, seguito da Infojobs al 26,9 per cento, dal Trovalavoro del Corriere.it al 15,6 per cento e da Talent Manager al 14,7 per cento. Jobrapido con il 13,7 per cento degli utilizzatori è invece leader dei metamotori di ricerca di lavoro e Linked In tra quelli di social networking sia pure ancora con una bassa percentuale di utilizzo, appena lo 0,54 per cento indice di un segmento ancora di nicchia.
Siti di eRecruiting preferiti da studenti, neolaureati e professional nella ricerca di lavoro:
(fonte: Best100, le aziende preferite dagli italiani - VI edizione, 2007)
1. Monster 57,69%
2. Infojobs 26,94%
3. Trovalavoro Corriere.it 15,56%
4. Talent Manager 14,77%
5. Jobrapido.it 13,74%
6. Stepstone 10,53%
7. Cambiolavoro 5,69%
8. Miojob Repubblica.it 4,12%
9. Jobcrawler 3,33%
10. Cercolavoro 2,48%
martedì 20 novembre 2007
eRecruiting e social networking nella ricerca di lavoro.
Etichette:
employer branding,
eRecruiting,
social networking,
Web 2.0
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento