mercoledì 11 giugno 2008

L'impatto del web 2.0 sulla comunicazione interna.

L'epoca degli house organ e delle informazioni trasmesse dall'alto è definitivamente tramontata. Oggi Internet spinge ad aprirsi e a condividere processi e progetti non solo tra azienda e clienti, ma anche tra azienda e dipendenti, utilizzando le formule di blog e wiki.

Tralasciando per il momento l'analisi del fenomeno dal punto di vista del marketing aziendale e quindi l'aspetto relativo alla collaborazione tra aziende e clienti che pure vanta delle case history di grande successo come testimonia l'esempio della nuova Fiat 500 e delle migliaia di registrati che hanno partecipato online alla prima fase di nascita del progetto, fornendo indicazioni e suggerimenti (alcuni dei quali poi effettivamente adottati) al team di sviluppo, quello che preme in questa sede è invece inquadrare il fenomeno dal punto di vista delle risorse umane, della collaborazione e comunicazione tra azienda e dipendenti, sia attuali che potenziali, e di come questa esperienza possa integrarsi in un piano di promozione e sviluppo dell'employer branding aziendale.

Grazie infatti alla rivoluzione del web 2.0 inteso in questa sede come Internet partecipativo, blog (diari in rete) e wiki (siti aperti nei quali ognuno può aggiungere contenuti) è più in generale le cosidette applicazioni di social networking iniziano ad affiancare, spodestandone in alcuni casi le ormai datate e per certi versi inadeguate intranet aziendali, spesso poco più che bacheche istituzionali.

Il risultato è una vera e propria rivoluzione che si insinua nella vita e nei processi delle imprese destinata ad incidere nella collaborazione tra gruppi di lavoro e che unendo in un unico ambiente sedi centrali e periferiche consente di ricevere stimoli, suggerimenti e sollecitazioni, aumentando l'engament e la motivazione dei collaboratori perchè queste forme di partecipazione collaborativa potenziano il senso di appartenenza ad una squadra, coinvolgendo in modo trasversale più professionisti e valorizzando il bene più prezioso che esiste oggi in azienda, la conoscenza e i soggetti che la generano, che sentono in questo modo di essere parte attiva della vita aziendale.

Passare da una comunicazione unidirezionale ad un dialogo aperto richiede però un cambio netto di mentalità. Lo stesso che è necessario perchè un'azienda decida di adottare una politica di employer branding. Sono istanze che non possono partire dal basso e per quanti sforzi un bravo HR manager potrà fare questi risulteranno comunque vani se non avrà avuto l'appoggio e il personal commitment della direzione aziendale.

Ma solo in questo modo si riuscirà, tramite la comunicazione interna, a costruire un processo virtuoso che riesca a valorizzare il vero patrimonio dell'azienda: la conoscenza.

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