C'è un grande fermento in questo periodo che pervade il mondo della Rete. E' l'esplosione del fenomeno del social networking che ha il suo corrispettivo, nel mondo del business e delle aziende, nel lavoro collaborativo.
L'espressione Web 2.0 è stata coniata da Tim O'Really, grande esperto di comunicazione e di Internet, per definire l'inizio di una nuova stagione per il web nella quale informazioni e contenuti non vanno più in senso unidirezionale, da uno a molti, dall'editore al lettore, ma multidirezionale, da molti a molti, dove i lettori diventano autori e anche editori, favorendo la nascita di contenuti autonomamente prodotti dai navigatori e, per quanto riguarda il mondo delle aziende, dando la spinta e gli strumenti giusti per favorire lo sviluppo del lavoro collaborativo, ovvero la compartecipazione, mediante la Rete, ad un progetto, a prescindere dalla nostra localizzazione geografica.
In un certo senso questo significa la compartecipazione del sapere, della ricerca e del fare in tempo reale. Ed è proprio con questi concetti che anche nel rapporto tra collaboratori interni ed esterni, ma anche con coloro che potenzialmente potrebbero in un futuro diventare collaboratori dell'azienda, che queste ultime dovranno confrontarsi in un futuro che si avvicina sempre di più. Si tratta per le aziende e come abbiamo già visto in precedenza, di passare da una comuinicazione unidirezionale verso i collaboratori ad un dialogo interattivo con i propri dipendenti e i futuri collaboratori in un'ottica di employer branding.
Quello che viene definita come "employer collaboration" dovrebbe quindi portare ad una innovazione collaborativa, perchè l'innovazione stessa non è più un momento isolato e concentrato nel tempo e nello spazio, ma un processo articolabile in micro attività svolte da dipendenti, collaboratori esterni, clienti e potenziali futuri collaboratori.
Attraverso gli strumenti offerti dal Web 2.0 tutti gli attori dell'innovazione vengono messi in grado di partecipare a diverse fasi dello sviluppo dei prodotti o dei servizi, dalla generazione dell'idea originale, all'elaborazione, fino alla definizione della strategia di marketing. In tal modo l'aziend apuò beneficiare immediatamente, in tempo reale e ad ogni stadio della propria attivà dell'apporto dei clienti (acquisiti e potenziali) e dei collaboratori (dipendenti o potenziali futuri candidati ad esserlo) con evidenti e positive ricadute sul gradimento finale del prodotto o del servizio, sia per quanto attiene i consumatori, sia, per quello che in questa sede ci preme di più investigare, sull'engagement, motivazione e senso di appartenenza dei collaboratori.
E se poi in questo processo, in una delle sue fasi, ci sarà stato spazio per coinvolgere i potenziali collaboratori nei diversi passaggi e applicazioni (marketing, produzione, servizi, logistica, vendita e post vendita) ecco che saremo riusciti a realizzare, integrandolo nei processi aziendali, uno dei più efficaci programmi di employer branding del momento, calamitando attorno alla nostra azienda quei profili e quelle risorse che costituiscono il target obiettivo delle nostre attività di recruiting, realizzando così una campagna di recruitment marketing diversa, innovativa, giovane, di grande impatto ed efficacia.
martedì 24 giugno 2008
Come costruire una campagna di recruitment marketing con le leve del Web 2.0
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