mercoledì 23 aprile 2008

Quanto pesa il clima interno: il caso Intesa San Paolo.

Notti insonni per i dirigenti di Intesa San Paolo, la più grande banca italiana. Sembra infatti che Francesco Micheli, direttore generale e responsabile delle risorse umane del gruppo sia alle prese con un problema molto delicato: esuberi volontari in lista d'attesa. Ovvero, le domande di uscita anticipata dal gruppo sono di gran lunga superiori alle aspettative. Il piano industriale 2007-2009 si proponeva infatti un obiettivo di ridurre gli organici di 2.300 unità a seguito della fusione e riorganizazione del gruppo San Paolo e di Banca Intesa.
La sopresa, peraltro già annunciata, arriva già alla fine di febbraio 2008. L'esodo volontario, dipendenti cioè che chiedono spontaneamente di lasciare l'azienda, ha ricevuto adesioni da circa 4.300 dipendenti, che si sono aggiunti ai 4.200 prepensionamenti già approvati ad agosto 2007.
Un totale quindi di 8.500 domande di uscita da parte dei dipendenti del gruppo, 2.000 mila in più del previsto, più del 30 per cento.
Che in Intesa San Paolo il clima interno non sia dei migliori?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sembra che il clima interno della banca non sia dei migliori.
Sembra che a non essere contenti non siano solo gli impiegati ma anche i dirigenti.
Sembra che ben due analisi di clima abbiano dato risultati disastrosi.
Sembra che la prima di queste, proposta via internet, sia andata deserta per timore che il promesso anonimato non sarebbe stato tale.
Sembra che la seconda volta abbiano dovuto fare le rilevazioni per via cartacea.
Sembra che Intesa San Paolo non sia un bel posto nel quale lavorare.