venerdì 23 maggio 2008

Da Confindustria l'invito a una nuova stagione di relazioni industriali.

Consentitemi oggi una breve divagazione dal tema centrale che in questa sede solitamente affrontiamo, ovvero quello delle tematiche legate all'employer branding e ai nuovi modelli di recruiting legati al web 2.0 per un tema solo apparentemente lontano da questo, quello delle relazioni industriali.

L'occasione la pone la prima uscita pubblica di Emma Mercegaglia, la neoeletta presidente dellassociazione degli industriali Confindustria, che nel suo discorso di insediamento lancia l'invito ad una nuova stagione di rapporti tra aziende e sindacati nell'interesse della produttività delle imprese e, di conseguenza, dei lavoratori che possono in questo modo contare su incentivi economici legati appunto all'aumento della produttività.

L'invito di Emma Marcegaglia è quello di lasciarsi alle spalle la lunga stagione di antagonismo che ha visto contrapposti sindacati e industriali. «Possiamo chiudere una lunga stagione di antagonismo, pensare - afferma - in maniera nuova il confronto con i sindacati e il modello di relazioni industriali, che oggi sono obsolete». «Mi sembra che si stia esaurendo nella coscienza collettiva - continua Marcegaglia - quel conflitto di classe fra capitale e lavoro che ha segnato la storia degli ultimi 150 anni». Da qui l'invito ai sindacati di raggiungere l'intesa sulla riforma della contrattazione entro pochi mesi, con l'obiettivo di chiudere già a settembre. «La produttività è ciò che è mancato in questi anni alla nostra economia. Solo con un forte recupero di produttività sarà possibile conciliare crescita e occupazione, competitività e incremento dei salari: tutti obiettivi essenziali per il Paese» aggiunge Emma Marcegaglia.

Certo, siamo in un momento di crisi economica: per il 2008, ricorda Marcegaglia, è prevista una crescita zero, "malattia dell'Italia". Ma proprio per questo, è il momento di agire: «La situazione ecomica non consente tatticismi o rinvii». «Voglio dire con chiarezza che l'approvazione, ieri, del decreto per la detassazione degli straordinarie dei premi variabili è un segnale importante. E' una misura che Confindustria pone da tempo».

I cambiamenti sono di necessità vitale per Confindustria anche per il mercato del lavoro. Per il mercato del lavoro serve, afferma Marcegaglia, «l'adozione di modelli di flexicurity. Non è il posto di lavoro che deve essere garantito, ma un reddito e una formazione adeguati, come accade nei Paesi con sistema di sicurezza sociale più moderna e attivi».

Per la neopresidente di Confindustria è necessario alleggerire il contratto nazionale per dare più spazio e risorse alla retribuzione legata all’aumento di produttività e ai risultati aziendali. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro del lavoro Maurizio Sacconi secondo cui con la riforma contrattuale si può chiudere la stagione dell’antagonismo con il sindacato e le relazioni industriali debboni diventare «da tendenzialmente conflittuali a tendenzialmente di tipo cooperativo e partecipativo».

Progetto che sembra stia a cuore anche alla Cisl di Raffaele Bonanni che giudica una priorità la democrazia economica e la partecipazione dei lavoratori allavita dell’impresa e anche alla Uil di Luigi Angeletti secondo cui la relazione del neopresidente di Confindustria è «condivisibile soprattutto la parte sui rapporti con il sindacato e la costruzione di un sistema contrattuale e di relazioni menoconflittuali». Unica voce fuoir dal coro quella di Guglielmo Epifani della Cgil secondo cui c’èp una sottovalutazione pesante dei slari dei lavoratori e del problema dei prezzi che pregiudica il confronto sul sistema contrattuale perché conclude Epifani «noi andremo al confronto per chiedere più salario».

«Le imprese sono al centro perché sono il luogo di lavoro in cui imprenditori e dipendenti sentono un interesse comune»: è con questa frase che Emma Marcegaglia lancia un invito a una nuova stagione di relazioni industriali, improntate sulla collaborazione con le parti sociali nell’interesse comune dell’impresa e dei lavoratori e non nella contrapposizione, chiedendo «ai sindacati di negoziare nell’interesse dei lavoratori e non di qualche ideologia».

Vedremo nei prossimi mesi se questo nuovo spirito con il quale gli industriali dichiarano di vole raffrontare la partita delle relazioni industriali, peraltro già emerso in occasione ad esempio del rinnovo dei contratti dei metalmeccanici (ricordate gli aumenti di salario accordati ancor prima dell'accordo sul rinnovo dalla Fiat di Marchionne e dagli altri imprenditori?), sia in grado di stabilire effettivamente una nuova stagione nei rapporti tra aziende e collaboratori. Ma per far questo serve che i sindacati cambino realmente pelle e si adeguino al nuovo contesto socioeconomico nel quale sono chiamati a fare la loro parte, senza tralasciare la tutela dei più deboli e dei lavoratori più svantaggiati ma senza per questo appiattire verso il basso anche le condizioni degli altri lavoratori.

Il testo della relazione di Emma Marcegaglia

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